Gli affreschi rivelati

Il restauro degli affreschi della Sala della Guerra e della ex Cappella gentilizia del Castello di Vertemate

Sono restituiti a nuovo splendore gli affreschi seicenteschi presenti nel castello di Vertemate.
Il 3 ottobre 2015 (inizio ore 16) verranno inaugurati e aperti al pubblico i dipinti murali restaurati della cosiddetta Sala della guerra e dell’ex Cappella Gentilizia, le due sale del castello che preservano ancora importanti elementi artistici.
L’idea che Libera Mente, associazione culturale creata a Vertemate nel 2006, ha abbracciato al suo nascere è stata finalmente realizzata. Nata anche con lo scopo di preservare il patrimonio culturale del paese, nell’incontro con la scuola media di Vertemate – auspicante da anni il restauro degli antichi affreschi – l’associazione ha fatto proprio l’intento. Con l’aiuto di numerosi attori privati, in particolare la Cassa Rurale e Artigiana di Cantù e la Fondazione provinciale della Comunità Comasca oltre alla volontà illuminata delle Suore Canossiane, siamo ora giunti a presentare gli affreschi restituiti al loro antica bellezza.
La Cappella Gentilizia fu realizzata quando il Castello apparteneva al ramo di Cantù della nobile famiglia dei Carcano (proprietari dalla fine del XIV secolo fino agli albori del 1800).
In quel tempo il Castello era adibito a casa di campagna e all’interno di essa si ergeva già una torre centrale, di nuova edificazione rispetto alle quattro torri presenti nel basso Medioevo, quando il castello, adibito a funzioni difensive, visse da protagonista lo scontro tra i comuni di Como e Milano. L’intero castello, distrutto ben per due volte dai comaschi, nel 1125 e nel 1256, apparteneva nel XI e XIV secolo alla famiglia milanese dei Della Porta.
Il passaggio di proprietà del castello a favore dei Carcano, comprensivo di gran parte delle terre di Vertemate, determinò un cambiamento di prospettiva nell’utilizzo dell’edificio, nella direzione di una casa nobiliare turrita con funzioni di villeggiatura e di gestione del patrimonio locale.
La famiglia Carcano ricostruì il castello di Vertemate realizzando anche una cappella gentilizia. Esisteva già nel Castello all’inizio del ‘500 una cappella intitolata a San Giorgio ma sul finire del secolo XVI Marco e il fratello Bartolomeo Carcano iniziarono la costruzione di una nuova cappella, terminata dal discendente Cristoforo nel 1629 e intitolata all’omonimo san Cristoforo. La cappella, ancora integra dopo la seconda guerra mondiale, venne in seguito smantellata e adibita in parte a portineria. Oggi si riconoscono solo le vestigia della volta, in cui peraltro esistono pregevoli affreschi, opera, come sostiene lo storico dell’arte Alberto Rovi1, di Giovanni Battista Recchi (†1645), della importante famiglia di pittori Recchi di Como.
Ma anche altre sale vengono arredate e arricchite da dipinti murali, come la cosiddetta sala della Guerra. La stanza è decorata infatti nella parte superiore delle quattro pareti, sotto il soffitto ligneo (anch’esso restaurato), da un ciclo di affreschi guerreschi, di cui peraltro risulta complessa sia l’attribuzione degli autori e i riferimenti a reali eventi bellici. Secondo Alberto Rovi 2 si mantengono nell’ambito del XVII secolo la fattura delle quattro battaglie raffigurate. Difficoltoso infatti attribuire i soggetti a qualche specifica battaglia coinvolgente membri della famiglia Carcano, anche se il Rovi evidenzia assonanze con l’assedio di Maastricht sulla Mosa (assediata nel 1632, e prima nel 1579) e a cui avrebbero partecipato membri della famiglia Carcano.
Probabilmente il committente fu un discendente di Cristoforo, forse Bonaventura, che voleva rendere omaggio a lui e agli altri antenati militari.
Dopo il passaggio di proprietà a favore alla famiglia Olginati, nel 1805, il castello infine venne donato infine alla famiglia delle Suore Canossiane nel 1932, con il vincolo di utilizzo per opere di rilevanza sociale (attualmente è sede di un pensionato per anziani e di una scuola materna).
Negli anni ’90, quando la scuola media di Vertemate inizia una ricerca sul Castello, rimangono visibili ma in avanzato degrado, solo gli affreschi murali della volta della cappella e quelli della sala della guerra. La sfida per un doveroso restauro viene raccolta dall’associazione Libera Mente.
L’opera di restauro è opera della Accademia di Belle Arti Aldo Galli-IED, sotto la guida di Vanda Franceschetti e Milena Monti.
L’intervento di restauro ha richiesto un costo complessivo di circa 50.000 euro, raccolti con il contributo di numerosi soggetti privati.
Un volume viene ora pubblicato da Libera Mente, dal titolo Gli affreschi restaurati del castello di Vertemate, testimonianza di tutto percorso di restauro e contenenti importanti contributi come l’attenta analisi storico-artistica dello storico dell’arte Alberto Rovi.

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