Il volume partito da una ricerca a scuola

Presentato il libro nato dal lavoro dell’istituto comprensivo, integrato da storici dell’arte

VERTEMATE Una ricerca nata sui banchi di scuola che diventa una pubblicazione, in cui al lavoro di alunni e docenti curiosi ed appassionati, si aggiungono ì contributi di storici dell’arte e documenti che aggiungono interesse. Si può raccontare così la storia del volume “Il castello di Vertemate”, presentato nell’aula magna della scuola media “Giovanni Paolo II” di Vertemate. Di fronte ad un pubblico molto folto, di oltre centocinquanta cittadini del piccolo comune, il preside dell’istituto comprensivo, Mario Patregnani e i docenti coinvolti nel progetto, insieme ai responsabili della associazione culturale Libera Mente, (che ha pubblicato il libro) hanno presentato questa “avventura” di studio, mirata a far conoscere il patrimonio artistico locale ma anche a promuoverne la valorizzazione. Per comprendere il progetto bisogna andare a ritroso nel tempo, all’anno scolastico 90/91, quando un gruppo di docenti, in primis Giuseppina Sidoli, per la parte artistica e architettonica e Eduardo Volontè per la parte storica, ma anche Giuseppe Monzo, Concetta Santonocitc, Adelio Cattaneo, Mario D’Alesio, decisero di far lavorare gli studenti delle classi 3 A e 3 B ad uno studio, appunto, sul castello che si erge ancora, benché fortemente trasformate rispetto alle origini, sulla collina di Vertemate, Un’ubicazione strategica, non solo nel periodo storico medioevale, in cui il castello ebbe una autentica funzione militare, con le quattro torri angolari, che lo caratterizzavano al tempo e che furono poi distrutte per ben due volte. La struttura del castello, infatti, è stata anche nei secoli successivi, quando ormai era divenuta “dimora gentilizia di campagna”, punte di riferimento per gli abitanti del circondario. Sui suoi possedimenti, poi frazionati, è sorto il paese attuale. La ricerca degli studenti, quindi, ha dato i suoi frutti ed ora giunge alla pubblicazione, di cui i curatori sono ancora Sidoli e Volontè. Ne hanno parlato alla presentazione, insieme allo studioso di arte Alberto Rovi, chiamato a condurre una ricognizione nella cappella gentilizia della struttura. A lui si deve la inedita attribuzione degli affreschi del sito ai fratelli Recchi, artisti comaschi della metà del Cinquecento. Una attribuzione che già fa ritenere molto importanti i restauri della cappella gentilizia, per i quali paiono già muoversi sponsor ed esperti. Potrebbe dunque avverarsi il sogno dei docenti e degli alunni della scuola di Vertemate, che, già ai tempi della ricerca, proposero idee per il restauro e la valorizzazione, anche come centro culturale, del loro bel castello. Ora, tutti coloro che parteciparono da ragazzi alla ricerca, potranno ritirare il libro a scuola.

Sara Cerrato

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