Giovedi 16 maggio 2013 si è svolta la seconda puntata del nostro viaggio nelle idee che hanno cambiato la visione del mondo dell’uomo moderno. Roberto Peverelli, preside del Setificio di Como, ci ha illustrato la teoria di uno scienziato, Charles Darwin, che nel 1859 pubblica un testo fondamentale per la biologia, dal titolo “L’origine delle specie”.
Un libro destinato a realizzare una rivoluzione nella scienza della vita e nella rappresentazione dell’uomo rispetto alla natura.
Darwin sostiene che le specie viventi non sono gruppi composti da individui sostanzialmente identici che si replicano solo all’interno della propria specie ma, piuttosto, che ogni essere vivente presenta differenze che possono esprimere, nelle varie generazioni, caratteristiche molto particolari. La “pressione” ambientale opera una selezione dei più adatti a sopravvivere nello specifico ambiente in cui vivono. Gli esseri viventi sono quindi in continua evoluzione, non necessariamente in positivo.
La genialità delle idee fondamentali contenute nel libro non solo hanno superato il giudizio del tempo, ma continuano a trovare conferme nelle scoperte nella moderna biologia molecolare.
Le ricadute scientifiche della teoria sono enormi anche in campo filosofico e religioso. L’uomo non è stato creato direttamente da Dio e anzi appare vivere all’interno di una ambiente naturale in lento ma continuo cambiamento, e in cui non è detto che possa sopravvivere per sempre. La teoria, poggiando sulla causalità delle variazioni dei caratteri individuali, è in contrasto con ogni forma di determinismo o finalismo.
Le responsabilità umane diventano però paradossalmente ancora maggiori oggi, perchè l’azione dell’uomo modifica cosi fortemente l’ambiente da essere, alla fine, lui stesso responsabile della vita sulla terra.