“Freud”, la scoperta dell’inconscio, la fine dell’anima?

Conferenza Idee che hanno cambiato la nostra visione del mondo Con la serata di giovedì 30 maggio 2013, dedicata a Freud, termina il ciclo di incontri riguardanti le idee che hanno contribuito in modo determinante alla nascita del pensiero moderno.
Con Mario Porro, docente di storia e filosofia presso il liceo scientifico Fermi di Cantù, abbiamo ripercorso lo sviluppo del pensiero freudiano nelle sue tappe principali, scandite da altrettante fondamentali pubblicazioni.
Medico neurologo laureatosi a Vienna nel 1881, Freud approccia inizialmente lo studio dei disturbi della psiche convinto che essi siano riconducibili a una causa organica ma, attraverso l’utilizzo dell’ipnosi, arriva ben presto a formulare l’esistenza dell’inconscio. Questa entità, già ipotizzata dalla filosofia e psicologia precedenti, con Freud viene definita come il grande deposito delle rappresentazioni mentali (desideri, paure, ricordi, sentimenti), rimosse dalla parte cosciente dell’individuo ma determinanti nei suoi comportamenti. L’inconscio (o Es) e’ accessibile attraverso la psicoanalisi, il primo metodo per accedere ai contenuti inconsci (attraverso l’interpretazione dei sogni, i lapsus e le libere associazioni di idee), oltre che per un fine conoscitivo della personalità anche con finalità terapeutiche.
Con la teorizzazione dell’inconscio, che sembra occupare quell’area da secoli identificata come “anima”, Freud assesta un nuovo pesantissimo colpo a quella che lui stesso definisce concezione narcisistica dell’uomo, che si considerava l’essere perfetto, mandato da Dio a dominare il mondo.
Attorno al concetto cardine dell’inconscio, a sua volta distinto in “pulsionale” e “sociale” (da qui la famosa tripartizione tra Es, Super Io e Io, la parte più consapevole della psiche), Freud aggiunge nel corso degli anni ulteriori tessere alle sue teorie: il dualismo Eros – Thanatos, il complesso di Edipo, la libido o impulso sessuale che domina la nostra psiche e il nostro comportamento.
Nel corso del successivo dibattito sono emerse due questioni fondamentali, e cioè se la psicoanalisi possa ancora essere considerata un valido metodo di indagine psicologica e se la stessa possa essere considerata un scienza. Secondo Porro, a prescindere da rigide classificazioni su ciò che è o non è scienza, la validità del metodo è testimoniata dal fatto che esso sia ancora largamente in uso, pur se arricchito e, talvolta, contraddetto da teorie successive.