Presentazione calendario 2017

Il nuovo calendario di Libera Mente

Presentazione in anteprima il 10 e 11 dicembre 2016 al Castello di Vertemate

Persone & Luoghi di Vertemate con Minoprio

(Im)migrazioni

 

 

Il paese di Vertemate con Minoprio, 4100 residenti, è ormai parte della enorme conurbazione nord milanese, con i suoi oltre 4 milioni di abitanti.

La composizione sociale attuale del paese è frutto della stratificazione demografica avvenuta in successive riprese durante il secolo passato.

All’inizio del ‘900 i due borghi presentavano solo nuclei familiari contadini, cristallizzati da un lungo periodo di immobilità sociale e vincolati alla grande proprietà terriera (nobiliare e ecclesiastica). Per almeno 300 anni i coloni furono al servizio dei proprietari latifondisti, da ultimi gli Olginati a Vertemate e i Raimondi a Minoprio.

L’inizio della rivoluzione industriale, giunta dalle nostre parti intorno alla prima guerra mondiale, vide i proprietari (in primis a Minoprio) alienare i propri possedimenti, ormai poco redditizi, a “vantaggio” delle famiglie dei coloni, con lo scopo principale di acquisire i capitali necessari ad affrontare i nuovi investimenti industriali. Nacque la Fisac a Vertemate (fabbrica italiana seterie Alberto Clerici), e lì, ma anche nei paesi limitrofi, vertematesi e minopriesi iniziarono il lavoro di operai in fabbrica. Si trattava di una rivoluzione sociale: gli antichi coloni ottenevano così uno stipendio sicuro rispetto al guadagno sempre incerto e spesso negativo del contratto di mezzadria.

La necessità di nuovi coloni favorì una prima importante immigrazione di famiglie contadine, che giunse in particolare dalla Brianza e dalla bassa Padania, anche qui prima a Minoprio e in seguito, tra le due guerre, anche a Vertemate.

Nel contempo si realizzò però l’emigrazione di alcune famiglie dal paese verso le Americhe, in particolare negli Stati Uniti e in Argentina.

Nei nostri borghi, unificati nel 1929, intorno alla seconda guerra mondiale, giunse un più consistente gruppo di famiglie proveniente dalle regioni venete, spinte da una grave crisi economica nei paesi di origine, attratte dal lavoro contadino ma soprattutto da un lavoro industriale che si faceva molto consistente.

I decenni dal ’60 all’80 del Novecento assistettero alla più grande migrazione interna mai avvenuta in Italia. Circa 4 milioni di meridionali vennero chiamati nel Nord del triangolo industriale, in pieno boom economico e con un disperato bisogno di forza lavoro. Anche il nostro paese subì un incremento demografico estremamente rilevante: le regioni da cui provennero maggiormente i nuovi residenti di Vertemate con Minoprio furono Calabria, Campania, Sicilia e in misura minore dalla Puglia (dati ufficio anagrafe comune di Vertemate con Minoprio).

La fine del boom economico, ben evidente dagli anni ’80, ha sostanzialmente fermato l’immigrazione meridionale ma nuovi scenari demografici si sono oggigiorno sovrapposti.

Una nuova migrazione interna si realizza dai centri urbani maggiori, Milano e Como, da dove il ceto medio viene allontanato dal costo elevato della vita. Queste famiglie sono attratte dai paesi periferici, dove una esuberante e più economica offerta edilizia si unisce a una qualità di vita apparentemente superiore.

L’arrivo di immigrati dal Nordafrica, specie dal Marocco e dall’Africa sub sahariana (Ghana e Nigeria) ma anche dai paesi dell’Est (in particolare da Romania, Ucraina, Albania, Polonia), ha portato nuovi residenti, di culture spesso diverse e anche nuove religioni, in particolare quella islamica. Intorno al nuovo millennio è iniziata un’immigrazione extracontinentale, specie dalla Cina ma anche dall’America Latina.

La struttura sociale di Vertemate con Minoprio è diventata sempre più fluida e complessa e si confronta con bisogni crescenti di lavoro e di servizi. Le istituzioni comunali evidenziano difficoltà crescenti nel gestire queste situazioni (e porzioni di territorio, come la statale 35, diventano di difficile controllo). Anche le antiche istituzioni morali, come la Chiesa cattolica, faticano ad affrontare queste nuove realtà sociali (Roberto Rivolta, ©Libera Mente associazione culturale).